Descubren la tumba del auténtico 'Gladiator' al norte de Roma

Ni era de Emerita Augusta, ni se convirtió en gladiador, ni se batió con ningún emperador. "Lo que hacemos en la vida tiene su eco en la eternidad", decía Máximo Décimo Meridio, o lo que es lo mismo, Russell Crowe, en 'Gladiator', la película dirigida por Ridley Scott que recuperó el empolvado género hollywoodiense de las 'pelis de romanos'.

Vía: JULIÁN POVEDANO | El Mundo.es, 16 de octubre de 2008

No podemos saber si lo que hizo Máximo mantendrá su eco durante toda la eternidad, pero sí podemos decir que, tras los 48 premios cosechados por la película —bombonas de gas, pantalones vaqueros y errores históricos al margen—, en 2008 el 'gladiador' vuelve a tener su minuto de gloria.

Esta vez se debe a la pericia de un equipo de arqueólogos italianos que ha encontrado su tumba. Bueno, la de Marcus Nonius Macrinus, el hombre que inspiró a Maximus para hacerse el duro ante los bárbaros y, también, para que el fornido general se llevara el Oscar al mejor actor. Cosas de la historia.

>>> La villa di Marco Nonio Macrino a Toscolano Maderno >>>

Fue a orillas del Tíber, cerca de la Vía Flaminia, al norte de Roma, donde el aguerrido hombre de confiaza del emperador Marco Aurelio —que, por cierto, nunca pisó la arena del Coliseo de la ciudad eterna, al menos no como gladiador— encontró el reposo.

Daniella Rossi, una de las arqueólogas encargadas de la excavación, ha dicho que se trata de una tumba monumental realizada en mármol sobre el que algún discípulo fervoroso, o un hombre bien pagado, cinceló el nombre del militar y cónsul general, cargo que el de Brescia —tampoco era emeritense, como se dice en la cinta— desempeñaba en la vida real.

Foto: Archivio fotografico Soprintendenza speciale beni archeologici di Roma.

"Se trata del monumento romano más importante de los descubiertos en los últimos 20 o 30 años", ha asegurado Rossi al diario británico 'The Times'. "Es excepcional encontrar algo así", afirmó la arqueóloga romana a cerca de la inscripción encontrada en la tumba. Eso sí, de "el general que se convirtió en esclavo, el esclavo que se convirtió en gladiador, el gladiador que desafió a un imperio", que rezaba la promoción de la película de Scott, de momento ni rastro.

Además del mármol y sus inscripciones, también se han encontrado varias columnas y decoraciones que han aguantado el paso de la historia, a pesar de que la tumba se vio anegada por el barro y parte de ella se había deslizado hasta el río cercano. Pero todo ha sido recuperado, según ha dicho Cristiano Ranieri, el encargado del equipo arqueológico.


Tras el hallazgo, los planes para la tumba pasan por su reconstrucción, no sólo por su valor arqueológico, que también, sino para poder transformarse en la joya de la corona de un posible 'Parque Arqueológico de la Vía Flamina', en cuyo circuito se podría incluir la Casa de la emperatriz Livia, la esposa del emperador Augusto, situada también junto a la vía romana.

Es lo que queda. Descubrir la historia de Roma a golpe de piqueta para poder enseñársela al mundo. Nada de fantasías, aunque muchos acudirán al falso tufillo que se desprende de la tumba de un hombre que nunca luchó en el Coliseo contra el dueño de un imperio.

Ahora le espera algo distinto. "La muerte nos sonríe a todos. Devolvámosle la sonrisa", decía Máximo-Russel Crowe en la película. Esperemos que, aunque sólo fuera por que el cine histórico acertara de vez en cuando, Marcus pensara también lo mismo. Así saldría mejor en las fotos que se le avecinan.

Foto: Gli scavi. Archivio fotografico Soprintendenza speciale beni archeologici di Roma.


(2) L´epigrafe di Marco Nonio, l´eroe di Russel Crowe

Era la tomba del Gladiatore

il mausoleo di Saxa Rubra

Vía: Carlo Alberto Bucci | Espresso.repubblica.it, 16 de octubre de 2008

Gli archeologi: "Reperti di così grande bellezza non venivano alla luce da decenni" È del condottiero romano che ha ispirato il Il Gladiatore di Ridley Scott il magnifico monumento funerario venuto alla luce negli ultimi mesi sulla via Flaminia. La gigantesca iscrizione scoperta insieme ad altre parti marmoree che rivestivano il mauseoleo, riportano il nome di Marco Nonio Macrino. Si tratta del soldato che, nell´interpretazione fantasiosa e fantastica di Russel Crowe, è diventato la star dell´arena Massimo Decimo Meridio.

Photo: A view of the tomb of a general who led ancient Rome's legions, and part of the ancient Via Flaminia, right, are seen in Rome, Thursday, Oct. 16, 2008. A city of the dead, built to resemble one used by the living, and the tomb of a nobleman who served as a general during the second century, are among new archaeological finds unveiled in the Italian capital. (AP Photo/Gregorio Borgia).

Ne è convinta l´archeologa della Soprintendenza speciale di Roma Daniela Rossi che ieri, dopo l´anticipazione di Repubblica, intervistata da Giorgio Salvatori per il Tg2, ha parlato di un «ritrovamento eccezionale». «Erano almeno venti o trent´anni che a Roma non venivano alla luce pezzi di questa importanza», ha sottolineato la studiosa.

Straordinaria la potenza architettonica dei questi marmi. E straordinaria la possibilità di risalire al defunto per il quale il figlio, alla fine del secondo secolo d.C., ordinò il magnifico sepolcro. Intere colonne, trabeazioni integre, parti del timpano, fasci littori, tutti elementi coperti dal fango del Tevere e liberati dall´équipe guidata da Cristiano Ranieri. Un altro capolavoro a puntellare il sogno di un parco archeologico dell´antica Flaminia.

Foto: Archivio fotografico Soprintendenza speciale beni archeologici di Roma.

Il crollo non è stato toccato. È possibile che gli operai della calcina che si preparavano a farne calce - sorte toccata alla maggior parte dei marmi di spoglio della Città Eterna - siano stati sorpresi da un´inondazione del fiume che scorre a poche decine di metri da via Vitorchiano, oltre la pista ciclabile. E l´ipotesi che le vestigia marmoree appartengano proprio al mausoleo scoperto in un cantiere del costruttore Bonifaci - e non a uno spoglio realizzato in un altro punto della via consolare -, è confermata dalla presenza in loco del basamento dell´edificio funerario. La straordinarietà dell´architettura «non è solo nella bellezza dei singoli pezzi, nella qualità della manifattura», sostiene Daniela Rossi, ma è dovuta «anche alla possibilità di ricostruire il monumento poiché, come in una sorta di Pompei, il limo del Tevere ha occultato il monumento così come era crollato».

Per portare alla luce questa meraviglia sono stati abbattuti due vecchi capannoni industriali. Ma nell´area dovrebbero sorgere tre nuove palazzine residenziali. I lavori edili sono stati sospesi, per il momento. L´idea di rialzare in piedi i pezzi crollati lascia però intravedere l´ipotesi della musealizzazione del sito. Magari come è successo con il mauseoleo rinvenuto negli anni Ottanta davanti alla Rai di Saxa Rubra, con la fornace appena ritrovata poco distante. Dai sepolcri del sito di Sesto miglio, alla casa di Livia a Prima Porta, il progetto di un parco archeologico della Flaminia fa tappa ora anche sul monumento di Marco Nonio Macrino.


Foto: Statua emersa dagli scavi. Archivio fotografico Soprintendenza speciale beni archeologici di Roma.


(3) Domus, necropoli e mausolei scoperti a Roma:
ritrovamenti a raffica nell'ultimo anno

Vía: www.ilmessaggero.it

Foto: ilmessaggero.it-ROMA (16 ottobre)

Una Domus repubblicana con sovrastante impianto residenziale e cunicoli al Palatino, una necropoli e un quartiere di mausolei vicino allo stadio Flaminio, un monumento funeriario su via Flaminia, nell'area di via Vitorchiano, e un complesso termale dell'antica Lorium, nella zona di Castel di Guido, sull'Aurelia. I ritrovamenti archeologici di questi mesi arricchiscono la lettura della Roma repubblicana e imperiale.

Tomba del 'Gladiatore'



La presentazione. Sono state presentate oggi al ministero dei Beni culturali le ultime scoperte archeologiche romane. «Roma non finisce mai di stupirci», ha chiosato il soprintendente per i Beni archeologici della Capitale, Angelo Bottini, che ha presenziato alla cerimonia insieme al sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro.


La domus affrescata scoperta al PalatinoIlmessaggero.it

I ritrovamenti, ha detto Giro, «sono avvenuti grazie a tipologie di interventi completamente diverse. Sul Palatino e sull'Aurelia le scoperte sono frutto di interventi mirati alla tutela del patrimonio, effettuati dalla soprintendenza. Al Flaminio i reperti archeologici sono venuti fuori durante i lavori di ristrutturazione dello stadio. A via Vitorchiano, invece, un'opera di trasformazione di un'area industriale privata e abbandonata ha consentito di portare alla luce il monumento funerario di Marco Nonio Macrino, proconsole d'Asia sotto l'imperatore Marco Aurelio».

Foto: La via Flaminia. Archivio fotografico Soprintendenza speciale beni archeologici di Roma.

Via Flaminia e via Aurelia. Di particolare bellezza e rilevanza storica è il quartiere sepolcrale di via Flaminia, che al momento sembrerebbe essere uno dei più significativi esempi di città dei morti dopo quella dell'Isola Sacra e la necropoli Vaticana. Continua poi a stupire il numero di ritrovamenti nell'antico borgo di Lorium, a Castel di Guido, sede di residenze e villeggiature imperiali legate alla famiglia degli Antonini. In questi ultimi mesi sono stati aperti tre cantieri sul sito antico dalla soprintendenza per i Beni archeologici di Roma, con scavi che riguardano la villa delle Colonnacce, la villa di Olivella ed il complesso insediamentale "Monte Aurelio".

«Dobbiamo tutelare il patrimonio archeologico - ha detto Giro - mettendo in campo la massima qualità possibile».

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Comentario por Alicia M. Canto el octubre 17, 2008 a las 10:32am
Es una verdadera pena cómo presenta la prensa (o cómo se presentan a la prensa) este tipo de hallazgos espectaculares. Bien se ve que este espléndido mausoleo senatorial de un personaje relativamente bien conocido, Marco Nonio Macrino, cónsul del año 154 d.C. (bajo Antonino Pío pues, mencionado en la lín. 3, y no bajo Marco Aurelio ni Cómodo), con varios epígrafes en su ciudad natal (Brixia/Brescia) y varios diplomas de licenciamiento en Pannonia (hoy Hungría), corre el riesgo de pasar a la Historia como "la tumba del gladiador" ("Ecco la tomba del gladiatore", así titulan en La Repubblica el artículo principal), y el mismo titular de “El Mundo”, aquí arriba (“Descubren la tumba del auténtico 'Gladiator' al norte de Roma”), es otro espanto, ¡qué diría de eso este rico e ilustre senador y cónsul!

Claro que, de la mano de "Gladiator", una película entretenida pero llena de errores históricos (comenzando por un nombre tan falso como "Maximus Decimus Meridius", verdadero atentado a una onomástica romana real, que daría en todo caso "Decimus Meridius Maximus", y aún eso si estuviera documentado el apellido "Meridius", que de momento no existe), no se puede esperar otra cosa, más que una inmediata y universal fama mediática, lo que al turismo de Roma siempre le viene bien, claro.

El diario "La Repubblica" de ayer trae además una serie de 8 buenas fotos, que se pueden ver a partir de este link, de las que destaco algunas, entre ellas la que permite leer algo del epígrafe mismo:

(Copyr. foto: La Repubblica, Roma)

Leyendo lo conservado en la inscripción, parece que en las noticias se está confundiendo la carrera del padre, el fallecido (lín. 1), con la de su también importante, conocido, y consular (¿en 189 d.C.?) hijo, el dedicante (lín. 3), que ni siquiera era homónimo ni de la misma tribu electoral ("He became a confidant of Emperor Aurelius, being appointed a proconsul in Asia Minor and describing himself as "chosen out of the closest friends...", esto, aquí). Pero las cosas van así en la era Internet. Parece que la veracidad de los datos da igual, siempre que algo pueda coincidir con la famosa película...

El tema, y los mismos Nonios de la italiana Brixia (hoy Brescia, en Lombardía), emparentados con la madre de Antonino Pío (Arria Fadilla) y con éste mismo (que antes de ser un Aelius se llamaba Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus), a través de la esposa de Macrino (¿Flavia?) Arria, merecerían un comentario más detallado, pero baste de momento avisar del problema de datación e interpretación. Y es que quizá la Prosopografía sea una de las ramas más complejas dentro de la Epigrafía y la Historia Antigua de Roma. Para muestra pueden verse las pág. 16-18 de este estudio, donde encontraremos a ambos, padre e hijo, y a su esposa y madre, con otras complejas relaciones familiares, que la presente inscripción sospecho va a modificar. De ahí la importancia de que los arqueólogos tengan también una formación suficiente en otras ciencias, como en este caso la Epigrafía.

En resumen: de "gladiador", nada de nada, pero al menos disfrutemos con los hallazgos:

(Vista general, foto La Repubblica)

(Detalle de una columna, fragmento izq. del frontón y otras piezas, el epígrafe más al fondo, foto de La Repubblica)

(Detalles de los espectaculares sofitos, casetones, etc. Foto examiner.com)
Comentario por Alicia M. Canto el octubre 17, 2008 a las 10:35am
Un lapsus que se me escapó por las prisas: el hijo y dedicante es mencionado en la lin. 6, no en la 3, y en la 5 dice que lo hace patri optimo, "al mejor de los padres". Mis disculpas.
Comentario por Alicia M. Canto el octubre 17, 2008 a las 7:38pm
Y otro, una novedad que he visto ahora ampliando algo la foto: En la lín. 3, al principio, se lee Citerioris, lo que indica que este Nonnius Macrinus fue también gobernador de la Hispania Citerior Tarraconensis, posiblemente después de su consulado en el 154 d.C. y antes de gobernar Pannonia Superior en el 159. Un carrerón, considerando que su abuelo de Brixia sólo era miembro del orden ecuestre, mientras que su hijo ya era cónsul en el 138. Una buena muestra de las fulgurantes progresiones politicas durante la dinastía ulpio-aelia, y no sólo de hispanos y de galos narbonenses. Se ve que pagaban bien las adhesiones a su causa.

Por cierto, para quienes no hayan caído, esta familia se llamaba (nuestro futuro) Núñez, y Macrinus tenía que ver con macer, "magro", "flaco". De forma que estamos ante el epitafio del rico don "Marcos Núñez Enjuto", que ya suena algo más próximo y menos solemne que en latín (sin llegar a hacer de él un gladiador, claro) ;-)
Comentario por José Luis Santos Fernández el octubre 17, 2008 a las 7:58pm

Comentario por José Luis Santos Fernández el octubre 19, 2008 a las 6:40pm
Expertos se revelan ante el anuncio del descubrimiento de la tumba de ´El Gladiador´

Vía: EFE | La Opinión de Zamora.es, 19 de octubre de 2008

Arqueólogos italianos manifestaron su malestar, en declaraciones publicadas hoy en el diario "Corriere della Sera", porque la prensa de todo el mundo haya hablado del descubrimiento de la tumba de Marco Antonio Macrimo como la del personaje que inspiró "El Gladiador" de la película de Ridley Scott.

"¡Pero de qué Gladiador hablan!", exclamó el arqueólogo Andrea Carandini, uno de los máximos expertos en arqueología de la antigua Roma, que tachó de "locura" las noticias que informaban sobre el descubrimiento de la tumba de "El Gladiador".

"Que la arqueología invente ahora películas de Hollywood es la última locura", añadió Carandini en el diario milanés.

Hace algunos días, la superintendencia de Roma anunció el descubrimiento en el norte de la capital, en el kilómetro 8,5 de la antigua Vía Flaminmia, de los restos de un monumental mausoleo, que pertenecía al cónsul Marco Antonio Macrimo del siglo II d.C.

Algunos detalles de la vida del cónsul romano hicieron pensar a algunos medios que se trataba del personaje que inspiró la película del director estadounidense: Maximus, el ex militar convertido en gladiador, que prepara su venganza contra el Emperador, interpretado por el actor neozelandés Russel Crowe.

"Que el mausoleo sea de Marco Antonio Macrimo, prestigioso exponente de una de las más importantes familias de Brescia (norte) del siglo II d.C, se ha sabido gracias a los restos de un epígrafe, en los que también aparece que fue "comes legatus", es decir, amigo, del emperador Marco Aurelio", explicó en "Corriere della Sera" Gianluca Gregori, uno de los descubridores de la tumba.

Gregori afirma que estudiando este epígrafe se puede afirmar que es imposible que Scott se haya basado en la vida de Marco Antonio Macrimo para su película, ya que, a pesar de ser amigo, jamás pudo participar en expediciones militares con Marco Aurelio, como narra la película.

Durante las dos campañas militares en las que participó Marco Aurelio -en 169 y 179 d.C- Macrimo tenía 60 y 70 años, "una edad algo avanzada para ser militar", señaló Gregori.

La arqueóloga Daniela Rossi, que también participó en el descubrimiento, apunta en declaraciones al rotativo milanés que Marco Antonio Macrimo tampoco estuvo en África como cuenta el filme, y "que fue sólo gobernador de Asia", como se lee en un epígrafe encontrado en las ruinas de Éfeso (Turquía).

Los expertos se dicen muy "desilusionados" porque el descubrimiento se haya quedado en una mera correspondencia con una película famosa, ganadora de cinco Óscar.

"Estoy bastante apenada por todo esto, porque el monumento descubierto es muy importante y toda estas fantasías sobre 'El Gladiador' lo menosprecian", agregó Rossi.

El mausoleo, que se ha encontrado en una zona que fue cubierta por el barro del río Tíber, ha vuelto ahora a la luz tras las excavaciones y ha mostrando la placa de mármol con el nombre cincelado del cónsul romano, y fragmentos de columnas con una decoración casi intactas.

Cuando las excavaciones terminen, el mausoleo será expuesto en el Museo de las Termas de Roma.
Comentario por Alicia M. Canto el octubre 23, 2008 a las 12:00am

Sobre la noticia anterior: Todo lo que rodeó inicialmente, y desfiguró, este importante hallazgo ("Gladiator", Russell Crowe, etc.), fue un poco penoso. Pero no toda la culpa la han tenido los medios de prensa, como arriba se dice (aunque son incorregibles: le cambian otra vez el nombre al senador, ahora es "Marco Antonio Macrimo"...): Porque en este video de La Repubblica, del primer día: http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f69594..., se puede escuchar a la propia Dra. Rossi, ahora apenada porque "todas estas fantasías sobre 'El Gladiador' lo menosprecian" (el monumento), trayendo ella misma la película a colación, y destacando similitudes que en realidad no existen.

Por otro lado: llega noticia, a través de la lista de Current Epigraphy, de que en
este blog húngaro han comenzado a transcribir y completar la inscripción de Nonio Macrino:
http://sirasok.blog.hu/2008/10/18/a_gladiator_sirja y, como reflejo, también en este otro, Bread and Circuses. No sé qué parecerá eso a los excavadores...

En todo caso, al final de lín. 2 debe haber mejor EX[PEDITIONIS... ] y en la 3, como dije, parece haber [HISPANIAE] CITERIORIS. El dato de la expedición militar es muy interesante, tratándose de Antonino Pío, y no menos si realmente se mencionara un gobierno de la Hispania Citerior, que no conocíamos por su inscripción de Éfeso.

Comentario por Alea el octubre 25, 2008 a las 7:48pm
gracias Dra.Canto por su rigor e inestimables aclaraciones.
No estaría demás un "destripamiento histórico profundo" de una película tan,a mi juicio, pésima que lo mejor que tiene son los tigres, siberianos por cierto ,y la palabra FIN.
Comentario por Alicia M. Canto el octubre 25, 2008 a las 10:00pm
No hay de qué, Alea, aunque discrepo en algo de Ud.: me inclino a pensar que el mejor tigre de la película es neozelandés ;-)
Comentario por Alea el octubre 26, 2008 a las 2:15pm
Bueno Dra. es cuestión de gustos,este señor se pasa la larguísima película con cara de "fumao",ya se que esto es una frivolidad pero a mí me gusta más el emperador parricida.
Apunté el tema del origen de los tigres porque me choca que sean de Siberia,usted que es especialista ¿cree que se importaran a Roma en esas fechas?.
Un cordial saludo.
Comentario por Alea el octubre 26, 2008 a las 2:18pm

Perdón, rectifico no son tigres siberianos si no blancos. Los tigres blancos son una variacion del tigre de bengala. Provienen de padres que poseen un gen recesivo que les da la coloracion blanca en sus pieles. Es extraño encontrar un tigre blanco en un ambiente natural. Pueden tener distintas tonalidades en los ojos, pero generalmente los tienen azules, excepto los albinos, quienes generalmente los tienen rosados.

En cautiverio, la expectativa de vida de los tigres blancos es de unos 20 años.

La mayoria de las personas piensa que los tigres blancos provienen de Siberia, por su color. Sin embargo, nunca han sido vistos en ese lugar. Solo se han encontrado en la India. El primer tigre blanco conocido fue capturado en las junglas de Rewa 1951 por el Maharaja de Rewa.

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