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Il nuraghe Uràssala si colloca, ad una quota di 694 mt s.l.m., nel comune di Scanu Montiferru in pieno altopiano basaltico, quasi al confine con il comune di Borore , posto ad est rispetto all’abitato. L’edificio si presenta come monotorre e si innalza, dal piano di campagna, per una ventina di filari di conci, in basalto e andesite, tendenti all’isodomia. La struttura appare minata sul fianco nord occidentale da una profonda apertura nelle maglie del paramento murario che, probabilmente causata dall’estirpazione delle radici insinuate nelle pareti, porterà la struttura ad aprirsi in due semi coni. Si penetra nell’edificio attraverso un ingresso sovrastato da un poderoso architrave coronato da una finestrella di “scarico”. La sezione del corridoio, prima di sfociare nella tholos della camera centrale, si presenta tendente all’ogiva. Si suppone che il livello di calpestio originale sia ancora seppellito, sotto qualche metro di terra, per via dell’evidente interramento riscontrabile nella camera principale. La camera principale, che si innalza in filari regolari tendenti all’ogiva piena, si compone di tre nicchie con sezione ad ogiva disposte a croce e ancora interrate.
La camera residua intatta e cupolata e l’apice esterno si raggiunge attraverso una scala, che sale in senso orario, posta nel fianco sinistro del corridoio d’accesso. Il livello superiore si raggiunge tramite una scala molto ripida che sfociando nell’apice del nuraghe - supposto voltato in antico - prosegue di nuovo discendente verso la parte anteriore. Si giunge così ad un mezzanino posto sopra il corridoio di ingresso osservabile in numerosissime altre strutture. L’intorno dell’edificio è caratterizzato dall’ampio villaggio e dalla presenza di un corso d’acqua a carattere stagionale ma la peculiarità dell’indagine, già riportata dalla Dott.ssa Paschina nel 2000, è la presenza di incisioni astiformi. Le prime incisioni rilevate si osservano, a qualche metro dall’edificio, in un macigno posto sul terreno a costituire il piano di calpestio per l’accesso al monumento.
Circa una decina di tratti, dalla forma fortemente ovaleggiante, si mostrano paralleli a gruppi di tre/quattro, di lunghezza superiore ai dieci centimetri, di sezione a “v” e a “u”. Il secondo gruppo di incisioni si riscontra su un masso posto sul paramento murario sinistro prima dell’ingresso del nuraghe. In questo caso le incisioni, della lunghezza di circa 20 centimetri, sono circa una trentina, raggruppate a bande di 5-7 elementi, poste alternativamente in orizzontale e in verticale. Cadono, in quanto inconsistenti, le ipotesi che tali incisioni siano derivate dalla funzione di affilatoio di arnesi da taglio per il fatto che non compaiono sui bordi dei massi come di solito lo sono i risultati da affilatura. Tali incisioni male si prestano ad un uso pratico quale l’affilatura mentre piuttosto, data la collocazione e la lavorazione dei conci, paiono inquadrabili in contesti cultuali/invocatori.
Per un inquadramento cronologico possiamo riferirci all’Età del Rame o elaborare al massimo che i segni comuni per quell’epoca trovassero utilizzo nell’Età del Bronzo. Ancora un rinvenimento che sottolinea come l’area di Scanu Montiferru e l’intorno del Nuraghe Nuracale fossero testimoni dello sviluppo di codice proto espressivo che si manifesto in tutto il Mediterraneo occidentale, originatosi da un consolidato background paleolitico e non certo da improbabili apporti levantini eventualmente giunti qualche migliaio di anni dopo.
No sé , Marcelo;a mí me recuerdan a estos y no tengo claro si se trata de escritura,de algo simbólico o de marcas hechas de forma causal,o en alguna clase de actividad mecánica
http://terraeantiqvae.com/profiles/blogs/descubren-sorprendentes-pe...
Muy buenas. A mi me recuerdan las que vi en Pena Colmea, en San Salvador de Valledor, Asturies,...y que tratamos aquí, recuerdo que puse más imágenes y texto pero no lo encuentro. http://terraeantiqvae.com/profiles/blogs/grabados-de-pena-colmea-as...
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