Premiata la ricostruzione virtuale della villa romana di Colombarone.
La Rassegna Internazionale Cinema Archeologico di Rovereto ha riconosciuto il valore del filmato promosso dall’Ente Parco San Bartolo.

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Comentario por José Luis Santos Fernández el julio 18, 2015 a las 11:32am

Pesaro, 17 luglio 2015 - La villa romana di Colombaroneè tornata a splendere in tutta la sua magnificenza grazie a una ricostruzione virtuale, realizzata da Altair 4 Multimedia sulla base dei dati di scavo e con la collaborazione degli archeologi, secondo un progetto dell’Ente Parco del San Bartolo.

Il video - che proponiamo qui sopra con un commento di Federica Testini di Italia Nostra, intervistata da Mauro Cicarelli – è inserito all’interno del progetto regionale “Parchi e aree archeologiche”, ed è statopremiato alla rassegna internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto.

Sorvolando virtualmente la tabula peutingeriana, che riproduce le maggiori vie di comunicazione dell’impero romano, è possibile osservare la posizione strategica della villa tardo imperiale di Colombarone, a ridosso della strada consolare Flaminia e connessa al vicinissimo porto di Vallugola, frequentato dai greci e dai romani.

Sulle tracce del primo archeologo del sito, l’erudito del ‘700 pesarese Annibale degli Abbati Olivieri, alla ricerca della basilica di san Cristoforo ad Aquilam dove nel 743 si erano incontrati papa Zaccaria e l’esarca Eutiche, è stata rinvenuta una lussuosa villa tardo romana con atrio porticato, due sale da banchetti, vari ambienti residenziali, due settori termali e un quartiere occidentale non musealizzato.

Gli scavi hanno rimesso in luce tredici secoli di storia, ricostruiti e documentati nel sito di Colombarone: la villa che fu abitata dalla metà del III alla metà del VI secolo, quando la basilica paleocristiana si sovrappose all’ala di rappresentanza, la pieve medievale e la chiesola del XVIII secolo, demolita e ricostruita più a valle nell’Ottocento.

Durante la ricomposizione degli apparati musivi il presente si mescola al passato attraverso un processo di integrazione che ci riconsegna i magnifici mosaici pavimentali dalle ricche decorazioni policrome ormai quasi completamente coperti dall’impianto della basilica paleocristiana e dalle strutture destinate al culto. La villa si materializza quasi magicamente e il visitatore viene introdotto nella sontuosa residenza rurale, probabilmente di un senatore, attraverso il prospetto principale che riprende il coevo palazzo di Teodorico a Ravenna.

Il grande portale si apre mentre il modello virtuale ci restituisce una monumentale e articolata dimora tardo antica: al centro il ninfeo rivestito di tessere azzurre e gialle documentate dai reperti, e quattro nicchie che certamente contenevano sculture; l’atrio porticato con le colonne e gli eleganti capitelli corinzi come gli originali rinvenuti durante gli scavi, infine il corridoio dove prendono forma e colore i tendaggi minuziosamente ricostruiti sull’esempio dei contemporanei mosaici di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna.

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