La mejor colección de pintura romana antigua del mundo se exhibe tras diez años de restauración.

Los frescos de la ciudad de Pompeya volverán a exhibirse desde mañana en Nápoles (sur de Italia) con su esplendor original después de un proceso de restauración que ha durado más de 10 años y que ha mantenido oculta al gran público la que es probablemente la mejor colección de pintura romana del mundo. En total son 400 frescos, conservados excepcionalmente por la ceniza del volcán Vesubio que arrasó esta ciudad en el año 79 d.C., los que componen la colección del Museo Arqueológico Nacional de Nápoles, y que volverán a exponerse en este espacio, indicó un comunicado de esta institución.

Vía: EFE, Roma | El País.com, 28 de abril de 2009

Foto: Fresco de la Casa de Marte y Venus en Pompeya (detalle). Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

Los frescos, en los que el arqueólogo August Mau se basó para realizar la subdivisión de los estilos de pintura mural de la Antigüedad romana, fueron arrancados de las paredes de las casas pompeyanas en los siglos XVIII y XIX y fueron trasladados al museo. Ahora se han dispuesto en un nuevo orden, basado tanto en la cronología como en la recreación del ambiente y disposición original de las viviendas pompeyanas de las que las pinturas fueron arrancadas, con salas dedicadas a la Casa de Meleagro, la Casa de los Dióscuros o la Villa de Boscoreale.

Detalles nunca vistos

Foto: Fresco de Aquiles en Esciro (detalle). Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

"Colores antiguos y detalles nunca vistos" se han desvelado gracias a los trabajos de limpieza y restauración de las obras, que han permitido a los especialistas profundizar en su conocimiento de las corrientes artísticas, los géneros y las técnicas de la pintura romana, según el comunicado. La colección contiene algunas de las obras más importantes de los distintos estilos de la pintura romana antigua -tal y como los dividió Mau- exceptuado el Primer Estilo (150-80 a.C.), cuyas pinturas no fueron arrancadas porque no eran figurativas.

El Segundo Estilo, llamado también de pintura arquitectónica, tiene su mejor exponente en la Villa de Boscoreale, donde príncipes, filósofos y personificaciones de dioses se perfilan sobre un fondo de rojo pompeyano, el color típico de esta ciudad, fabricado con cinabrio. La sala dedicada al Tercer Estilo comprende una serie de elementos decorativos y grandes cuadros en los cuales el paisaje predomina sobre la forma humana.

Foto: Fresco del Sacrificio de Ifigenia en Pompeya (detalle). Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

Finalmente, el Cuarto Estilo (60-80 d.C.), el más presente en la ciudad, cuenta con ejemplos tan destacados como la Casa de Meleagro, la Casa de Marte y Venus y la Casa de los Dioscuros, reconstruidas a partir de sus pinturas murales: Las bodas de Hera y Zeus, Aquiles en Esciro, Marte y Venus o Ariadna abandonada, entre otras.

Un viaje por el mundo greco-romano

La exposición pretende ser "un viaje por imágenes a través del mundo greco-romano": dioses, héroes, rituales, escenas de la vida cotidiana y del erotismo se suceden, permitiendo al visitante considerar estas pinturas no sólo desde el punto de vista formal, sino "sobre todo en razón de su modo de expresar un imaginario colectivo quizá no tan lejano" del nuestro.

No sólo se exhibirán las pinturas de la ciudad destruida por el Vesubio, sino que también tendrán su lugar en la exposición dibujos preparatorios, sinopias (bocetos para los frescos), cuencos para la mezcla de los colores e instrumentos de medida.

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Foto: Fresco de la Casa de Marte y Venus en Pompeya. Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

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La pittura pompeiana (Campania, Italia)

Foto: Fresco de Teseo Liberador. Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

Il 29 aprile 2009 riapre al pubblico, al termine dei lavori di restauro e di riallestimento delle sale, la collezione delle pitture del Museo Archeologico Nazionale di Napoli che raccoglie un repertorio di affreschi unico al mondo. La collezione degli affreschi, restituiti dalle città vesuviane distrutte dall’eruzione del 79 d.C., raccoglie circa 400 opere su cui si è basata, vista la rarità delle testimonianze pittoriche rinvenute altrove, la suddivisione degli stili della decorazione parietale antica. Il recupero degli affreschi da Pompei è avvenuto dalla metà del XVIII fino a tutto il XIX secolo e, in casi eccezionali, anche nel corso del Novecento. Questo eccezionale patrimonio documenta la pittura di età romana, nella sua evoluzione e varietà, dal II al IV stile: dalle più sobrie pitture a incrostazione alle megalografie di Boscoreale in cui principi, filosofi e personificazioni si stagliano su un rosso pompeiano, indubbia eco della grande arte ellenistica, dalle architetture illusionistiche per incantare l’élite, fino ai più raffinati arabeschi dall’accattivante leggerezza e popolati di eroti, satiri, ballerine sospese nell’aria.

Foto: Fresco de Alcesti y Admeto. Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

Colori antichi e dettagli mai visti, svelati grazie all’attività di pulitura e revisione dei recenti restauri, hanno consentito ai maggiori specialisti del settore di compiere nuove scoperte: confermare o rivedere le correnti interpretazioni iconografiche, ricostruire i contesti di provenienza all’interno di programmi figurativi più ampi, approfondire generi peculiari come la pittura popolare o il ritratto e, inoltre, indagare tutti gli aspetti della tecnica pittorica e dell’organizzazione dei cantieri.

L’esposizione, a cura di Mariarosaria Borriello e Valeria Sampaolo, consente anche di compiere un viaggio per immagini attraverso il mondo greco-romano: dagli dèi ed eroi del mito ai rituali del sacro, dalle scene di vita quotidiana fino all’erotismo, dai ritratti agli incunaboli della natura morta e del paesaggio. Il linguaggio delle immagini permette di considerare queste pitture non solo dal punto di vista stilistico e formale, ma anche e soprattutto in ragione del loro essere espressione di un immaginario collettivo forse non troppo lontano.

Il criterio seguito per il nuovo allestimento ha privilegiato la ricomposizione dei contesti e la sequenza cronologica.

Il percorso espositivo si apre con una sala dedicata alla tecnica, nella quale sono presentati esempi di graffiti preparatori, sinopie, pitture su marmo, ciotole di colori e strumenti di misurazione. Segue la sala dedicata alla scoperta delle pitture, all’influenza che esse ebbero sulla moda e sul gusto neoclassico: in essa è presentato al pubblico il primo affresco staccato a Pompei.

Foto: Fresco de Eneas herido. Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

Si continua, in ordine cronologico, con le pitture di II stile distribuite secondo i contesti di riferimento, come la villa di Boscoreale e la Casa di Giasone, i cui affreschi sono collocati a parete secondo la successione che avevano prima del distacco; la sala dedicata al III stile comprende una serie di elementi decorativi e di grandi quadri nei quali il paesaggio predomina sulla figura umana; la sala successiva presenta due case di prestigio, quella di Meleagro e quella dei Dioscuri, esemplificative della pittura di IV stile (I secolo d.C.) che comprende opere di grande fama, quali Le nozze di Hera e Zeus, Achille e Briseide, Il Sacrificio di Ifigenia, Piritoo e il Centauro, Enea ferito, Marte e Venere, Arianna abbandonata; a seguire le sale delle nature morte e dei paesaggi, quella della pittura popolare e dei ritratti.

Electa pubblica per l’occasione il catalogo ragionato delle pitture del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a cura di Irene Bragantini e Valeria Sampaolo.

Foto: Fresco de Aquiles en Esciro. Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

Il volume comprende i contribuiti dei maggiori specialisti del settore, aggiornati rispetto alle nuove scoperte rese possibili dai restauri e, grazie a un’apposita campagna fotografica (a cura di Luigi Spina), restituisce immagini dai colori antichi e dettagli mai visti svelati dalle recenti puliture.

La riapertura della sezione dedicata alla pittura pompeiana è curata dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ed è promossa dalla Regione Campania , Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali, nell’ambito del progetto 6 viaggi in Campania 2009.

Da settembre 2009 anche la Collezione Farnese, che nasce nel 1500 ad opera di Alessandro Farnese (papa Paolo III) e che costituisce la più grande raccolta storica di statue antiche al mondo, a seguito di attività di riallestimento e restauro, diverrà parte integrante della collezione permanente del Museo. Le due operazioni rientrano nel programma finalizzato alla valorizzazione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, alla affermazione della sua storia e della sua identità culturale.

Foto: Fresco de Perseo y Andrómeda en Pompeya. Museo Arqueológico Nacional de Nápoles. © Luigi Spina.

INFORMAZIONI

Museo Archeologico Nazionale di Napoli
dal 30 aprile 2009
Orari: dalle 9 alle 19.30. Chiuso martedì
Tariffe: 10 euro intero, 6,75 euro ridotto
il Museo è inserito nel circuito Campania Artecard
Prenotazione obbligatoria per gruppi, scuole e visite didattiche

tel. 848800288 - + 39 081 4422149
Sito internet
www.6viaggi.it
www.campaniartecard.it
www.electaweb.com
Catalogo Electa a cura di Irene Bragantini e Valeria Sampaolo.


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